Svegliatore Monastico
Tuttavia, il primo vero strumento a orologeria meccanica, universalmente riconosciuto come autentico antenato dell’orologio, appare poco prima dell’anno mille nella forma dello ‘svegliatore monastico’, un congegno utilizzato in abbazie e conventi d’Europa come segna-tempo, al pari di una clessidra o di una meridiana, per segnalare, col battito di una campanella collegata, l’inizio dei momenti di preghiera e di lavoro. A differenza di clessidre e meridiane, però, lo svegliatore monastico è già un congegno indipendente e, per quanto rudimentale, interamente meccanizzato. Dopo l’anno mille si estese anche agli ambienti secolari l’esigenza di ritmare in maniera più regolare la vita sociale, e questo finì per produrre i grandi congegni orologiari da torre cui si accennava. Tra il 1250 e gli inizi del 1300 videro la luce gli orologi campanari delle cattedrali di Chartres e di Sens, in Francia; in Inghilterra quelli delle cattedrali di Exter, di Canterbury e di Saint Paul a Londra. In Italia il primato va alla chiesa di S. Eustorgio di Milano il cui orologio vide la luce nel 1306.
Anno 1306 - Campanile Sant'Eustorgio - Milano
La loro struttura era composta da un poderoso ingranaggio, mosso dalla forza di trazione dei pesi, alloggiato all’interno di una grande ingabbiatura di ferro che veniva incassata nella struttura muraria della torre. L’essenziale del funzionamento era la trasformazione del moto continuo, garantito dalla gravità imposta dai pesi, in moto alternato; la qual cosa era ottenuta mediante un congegno tecnico detto a ‘scappamento’.
L’essenziale di tale organismo meccanico, vincolato alla forza motrice dei pesi, rimase pressoché inalterato per secoli, ciò su cui invece ci si applicò maggiormente fu la miniaturizzazione delle dimensioni. La ricerca per una riduzione dell’ingombro permise di arrivare, intorno al ’400, ai primi orologi domestici, quelli che in Germania vengono detti ‘gotici’, e in Inghilterra ‘a lanterna’. Vincolati, come i loro fratelli maggiori, alla staticità, a causa dei pesi che dovevano lentamente ‘cadere’ verso terra, questi primi orologi domestici trovavano generalmente posto affissi inamovibilmente alle pareti di casa.
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