mercoledì 22 giugno 2011

Film

File:TheClock45.jpg

Titolo: The clock

Prodotto da Arthur Freed

Diretto da Vincente Minnelli

Editore: George White

Riprese iniziate nell'Agosto del 1944 e terminate nel Novembre del 1944 Released: May 1945











Citazioni sull'orologio.

Herman Hesse



  • Anche un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno. (Herman Hesse)








File:Sciascia palazzolo.jpg
Leonardo Sciascia

      


  • Un orologio che va male non segna mai l'ora esatta, un orologio fermo la segna due volte al giorno. (Leonardo Sciascia)





  • Le lancette dell'orologio non possono tornare indietro. Però, è possibile forzarle in avanti con le proprie mani. (Neon Genesis Evangelion)
  • Le vuoi passare delle belle ore? Allora devi anche avere un bell'orologio. (Rocky II)     
       – Porti un orologio?
       – Ehm... sono quasi le 3, colonnello.
       – Non ti ho chiesto che ore sono, ti ho chiesto se porti un orologio. (Scent of a Woman)
  • Se vuoi del tempo comprati un orologio. (The Fast and the Furious)

"L'uomo misura il tempo e il tempo misura l'uomo."

L’uomo è sempre stato ossessionato dal tempo: per secoli ha cercato di comprenderlo, ingabbiarlo o più semplicemente leggerlo. Tornare indietro e trovare chi ha inventato l’orologio è un’impresa impossibile, poiché le fonti sono talmente tante e discordanti che circondano di un’aura misteriosa, e quindi piena di fascino, una delle più belle storie dell’ingegno umano. Probabilmente, come dev’essere successo per la ruota o per la clessidra e la meridiana, la nascita dell’orologio meccanico è il risultato finale (finale?) di un percorso di idee e intuizioni che ha attraversato i secoli modificandosi, evolvendosi fino a giungere ai livelli dei giorni nostri, dove la perfezione è ancora lontana ma molto più vicina di quanto non fosse allora. Notizie di orologi meccanici ci arrivano fin dal XIV secolo, che, collegati alle campane diventavano vanto di chiese ed edifici importanti della vita cittadina. Si trattava di segnatempo funzionanti, quindi probabilmente altri meccanismi analoghi sono antecedenti (altra fonte sostiene la presenza di uno scappamento meccanico già verso la fine del XIII secolo). Da allora, la tendenza tipicamente umana a rimpicciolire le cose, porta alla nascita di una nuova categoria artigianale che si diffonde in quelle zone d’Europa culturalmente pronte e fertili: i mastri orologiai. Inghilterra, Francia, Germania e Italia sono i punti focali di questo nuovo fermento; con l’introduzione della molla come forza motrice la produzione si allarga e con il Rinascimento, l’orologeria applica a se stessa le nuove teorie scientifiche e meccaniche allargando la popolarità, diventando un fenomeno sempre più diffuso e conosciuto. Questi artigiani, che da fabbri si sono lentamente trasformati in orologiai, affinano la tecnica e, grazie alle sempre più numerose invenzioni che si intrecciano per le strade europee, arrivano alla costruzione di orologi meccanici sempre più piccoli, fino a diventare portatili.
Siamo nel ’700: ormai gli orologi sono un fenomeno conosciuto e la loro qualità è tale da permettere una diffusione in grande stile, infatti è proprio in questo contesto che le prime, lungimiranti Case orologiere, aprono le porte dei loro laboratori all’interno dei quali, con una eccezionale mistura di esperienza, genio, curiosità e abilità manuale, si creano oggetti che sono arrivati ai giorni nostri. E il viaggio che ha portato dalla clessidra al pluricomplicato, non si è ancora concluso: fortunatamente, dietro l’angolo del futuro esiste ancora molto da inventare e da scoprire.

Arte: Quadro orologi

·  Artista:  Salvador Dali
·  Anno di creazione: (1904 - 1989)
·  Stile artistico:   Surrealismo 
·  Opera:   Orologi molli 
·  Dimensioni:  80 x 60 cm

Francobollo

La Posta svizzera ha emesso due francobolli nel 2005 per celebrare l'industria dell'orologeria svizzera

Fumetto

IL TEMPO A FUMETTI di Craig Callender e Ralph Edney.

Argomento: Simposio tra orologi e macchine

Attrazione fatale Quella fra automobili e orologi è una storia d'amore antica e prestigiosa. Nel 1927 per esempio nasce il binomio fra Breguet e Bugatti Royale.

rari esemplari Veri e propri gioielli che sottolinenano la sinfonia fra due settori fin dalle origini. Entrambi alla ricerca di precisione e raffinata tecnologia




TRANSPONDER
E' uno Jaeger-LeCoultre
Amvox2 l'orologio capace
di aprire e chiudere la nuova
Aston Martin DBS.
Basta premere sul
quadramnte per
far scattare la
serratura

COPPIA REALE
Sul cruscotto
della Royal del 1927
trova posto
un rarissimo
esemplare di
orologio Greguet,
realizzato su richiesta
del fondatore del
marchio
automobilistico
 
POTENZA ORARIA
A bordo della Bentley
Continental GT Speed,
l'auto più potente
della casa inglese,
si trova un Breitling,
frutto di una
collaborazione
nata nel 2002


  

Vocabolario degli orologi

http://www.orologimeccanici.com/dizionario.asp

Libro

Cronostoria del Nautilus ( orologio ) di Patek Philipe:


Guido Mondani e Osvaldo Patrizzi, due nomi di spicco nel settore dell’orologeria ed entrambi grandi collezionisti ed esperti di Patek Philippe, hanno curato la pubblicazione di “Collezionare Nautilus e Patek Philippe moderni e d’epoca”, che rappresenta il lavoro più completo mai stato realizzato su Patek Philippe. Oltre duemila orologi fotografati, tre volumi racchiusi in un elegante cofanetto, 960 pagine, oltre seicento immagini ingrandite a piena pagina, testi in inglese, francese e italiano. Quest’opera raccoglie i passi più importanti della storia di Patek Philippe e rappresenta un’occasione scoprire tutti i dettagli di questo brand: i prezzi, le valutazioni di mercato, la varietà delle casse, dei quadranti, delle lancette e l’evoluzione stilistica. Di tutti gli orologi sono riportate le valutazioni realizzate dagli autori che permettono ai collezionisti di orientarsi nel mercato degli orologi da polso Patek Philippe trasformando la loro passione in un vero e proprio investimento. Tra gli argomenti trattati: Fasi di Luna, Calendario Perpetuo, Calendario Annuale, Rattrappante, Ripetizione minuti, Calatrava, Ore Universali, Speciale sui Nautilus.

Opinione personale

Avere la passione della meccanica ( riguardante l'orologio ) non è un semplice vizio o capriccio, ma è il semplice motivo di creare un oggetto che azionato non fa altro che sempre la stessa cosa. Ma il divertimento sta nel fatto che quei movimenti sono scanditi da una precisione che in poche cose si può ritrovare " forse solo nella natura ". L'orologio si può paragonare a un concerto, a una tempesta prima e dopo il susseguirsi degli eventi. Prima di essere azionati gli ingranaggi sono in uno stato di quiete, la molla ancora non è caricata. Nell'attimo in cui si gira la rotellina esterna la molla si carica e tutto ha inizio. Da questo momento in poi si inizia a suonare, ma lo si fa con una velocità impressionante, e il suono che si sente e scandito dall'urto di punzoni, ancore, molle, ruote dentate che si incastrano alla perfezione.

Come ogni argomento al quale gli si vuole dare un certo interesse in esso ri ritrova una finezza che lo distingue da un altro argomento.



Breve storia di come si realizza un orologio e che passione gli si dedica

Etimologia

Strumento atto a dare la misurazione del tempo in ore e loro frazioni;
vari, attraverso sono  i modelli che si sono susseguiti nel tempo, i tipi di orologi, da quelli più antichi, come l'orologio solare(meridiana), l'orologio ad acqua, a sabbia (clessidra), a quelli moderni nei quali il movimento è regolato da complessi meccanismi. Orologi da tasca, da polso, da salotto, da torre, a pendolo, ad ancora, a soneria, a ripetizione, con soneria azionata da un pulsante, batte le ore e i quarti segnati sul quadrante. Orologi di controllo, munito di una dispositivo di registrazione dell'ora mediante rullo carta, comandata dal movimento dell'orologio. Orologi di precisione (cronometro), orologi al quarzo, astronomici,  

ABC

Analogico
Ancora
Automatico
Bariletto
Bilanciere
Bracciale
Calendario
Calibro
Carica
Carica automatica
Carica manuale
Cassa
Cinturino
Contatori
Corona di carica
Cronografo
Cronometro
Data
Digitale
Eta
Fasi di lunari
Fondello
Forma
Fuso orario
Impermeabilità
Lancette
Lunetta
Massa oscillante
Movimento
Pulsanti
Quadrante
Quarzo
Rattrappante
Riserva di carica (o di marcia)
Smaltatura
Soneria
Tourbillon

Storia dell’orologio meccanico: l’orologio arriva in casa


La trasportabilità da una camera all’altra fu frutto del successivo conseguimento, quando la forza motrice dei pesi venne sostituita dal congegno a ‘molla’ che oltre a fornire una nuova e più pratica fonte di energia rivoluzionò di sana pianta la concezione stessa dell’orologio. Si trattava di una lamina, inizialmente in ottone battuto sostituito poi dall’acciaio temperato, che veniva avvolta su se stessa all’interno di una cassa cilindrica, detta ‘bariletto’, grazie a un progressivo caricamento operato mediante una chiave. Il congegno era poi lasciato libero di ‘mollare’ gradualmente l’energia cinetica della carica in tal modo accumulata. Viene datato al 1450 il primo esemplare di un tale orologio domestico a molla, prodotto in Germania.                                                                   

Orologio da muro tedesco

L’evoluzione del settore orologiaio e il suo progressivo emergere come forza economica indipendente è emblematicamente datato alla metà del ’500 allorché gli orologiai cominciano, come artigiani, a rendersi autonomi dai fabbri e dai fabbricanti di serrature e ad organizzarsi in corporazioni indipendenti.



Disegno orologio a pendolo di Galileo



Gli studi sull’isocronismo delle oscillazioni del pendolo, condotti in Italia da Galileo Galilei e in Olanda da Christiaan Huygens (ma scoperti dall’astronomo arabo Ibn Junis, 950-1009, allora sconosciuto in Europa) furono applicati dall’olandese, alla metà del ’600, all’orologeria fornendo una soluzione ideale al problema della precisione, grazie al congegno detto appunto ‘a pendolo’ che si dimostrò così efficace da far sembrare obsoleto quello ‘a bilancere’, sino ad allora utilizzato, quale regolatore della continuità di movimento prodotto dalla forza motrice della molla. Quest’ultima comportava l’inconveniente di fornire il massimo dell’impulso all’inizio e di rallentarlo sempre più in seguito. I dispositivi di regolazione messi a punto per ovviare a tale carenza non riuscivano infatti a fornire una precisione migliore dei circa 15 minuti di iato al giorno, quando invece il dispositivo a pendolo riuscì a ridurre lo scarto giornaliero a circa 30 secondi, ciò che ne decretò il successo.


Orologio a pendolo - Christiaan Huygens


La ricerca della precisione non era allora soltanto un’esigenza di rigore, si rivelava invece addirittura fondamentale in taluni campi, come quello militare o nautico. Per la navigazione nautica, ad esempio, fu essenziale quando si venne finalmente a capo del secolare problema concernente il modo di definire per le navi la propria longitudine durante i tragitti in mare aperto. Nel ’700 si era finalmente imboccata la strada giusta per risolvere il problema con la scoperta che per definire la longitudine del punto nave bastava elaborare un semplice calcolo operato sul confronto tra l’ora accertata localmente durante la navigazione e l’orario definito sull’ora rilevata al meridiano di partenza. Si riusciva così a determinare esattamente la posizione della nave lungo l’asse Est-Ovest e di conseguenza il suo punto nave, dal momento che la posizione della nave sull’asse Nord-Sud della latitudine era già facilmente rilevabile grazie all’impiego dell’astrolabio, prima, e del sestante poi. L’esigenza estrema di precisione, il cui minimo scarto era suscettibile di deviare la rotta di parecchie miglia marine, portò, da una parte, a perfezionare il meccanismo di regolazione a bilanciere, che a causa dei movimenti della nave non poteva fare affidamento sulle oscillazioni del pendolo e, dall’altra, a inventare una sospensione cardanica in grado di mantenere l’orologio sempre in orizzontale rispetto al rollio e al beccheggio della nave.
Il primo cronometro marino Henry Sully (1680 - 1729)


Una categoria interessante per la storia degli sviluppi dell’orologeria mobile furono i cosiddetti ‘orologi da carrozza’ derivazione diretta degli ‘orologi da sella’ (satteluhren) che a loro volta furono una specializzazione dei più generici ‘orologi da viaggio’. Questi ultimi, a dispetto del nome, non erano concepiti per essere utilizzati durante il viaggio, bensì soltanto una volta raggiunta la destinazione. Gli orologi da viaggio nascono agli inizi del ’500, perfezionandosi nel suo secondo quarto, allorché si riuscì a ridurre opportunamente le dimensioni degli orologi da tavolo con cassa a tamburo e relativo meccanismo a molla; tale dispositivo era generalmente controllato da uno scappamento a verga con foliot o con bilanciere anulare. Erano dotati di una sveglia con suoneria che agiva al passaggio delle ore e veniva puntata mediante una rosetta girevole posta all’interno del quadrante.
Scappamento a verga Giovanni Di Dondi - Padova


L’orologio “va in carrozza”

  
Durante la seconda metà del ’500 dagli orologi da viaggio vanno evolvendosi in Germania quelli da sella (satteluhren). Si trattava sicuramente di orologi portati a cavallo, ma molto probabilmente alla sella venivano appesi con tutta la custodia, per proteggere il prezioso meccanismo dai sobbalzi della cavalcatura. L’orologio da sella eredita le fondamentali peculiarità tecniche nonché molti aspetti della veste formale dell’orologio da viaggio: il movimento è controllato dallo scappamento a verga e fa uso di un bilanciere privo di spirale; la cassa, con un diametro tra gli 80 e 120 millimetri, è tonda, traforata e finemente cesellata, ed è fornita di un anello con cui poter essere appesa. Il coperchio a protezione del quadrante, inizialmente completamente metallico, sarà presto una lunetta vetrata.                                                                                                  Orologio da carrozza Breguet


Attorno al secondo quarto del XVII secolo in Germania appaiono i primi ‘orologi da carrozza’ con dimensioni e veste formale inizialmente tanto simili agli orologi da sella da non potere tracciare una netta linea di demarcazione. I quadranti di questi orologi sono già dall’inizio protetti da una lunetta di vetro e sono generalmente accompagnati da una controcassa traforata e incisa d’ottone o d’argento. A partire dalla prima metà del Settecento gli orologi da carrozza troveranno alloggio all’interno di una vera e propria cassa sagomata sul loro profilo e ricoperta di pelli pregiate, con intarsi in tartaruga o corno. Le loro suonerie rintoccano anche i quarti e talune perfino i minuti; vi sono esemplari muniti di carillon. Tra la fine del ’700 e i primi dell ’800 anche il grande Abraham-Louis Breguet ne costruì pregevoli esemplari.

Abraham-Louis Breguet

Orologi manuali

Abbiamo appreso dalla storia come sia stato lungo il processo che abbia portato l’orologio dalla torre al polso, non solo per motivazioni tecniche, ma anche per aver incontrato nel cammino barriere culturali ed imposizioni dei tempi. Quando l’orologio e l’uomo decisero che non si sarebbero mai separati, fin dopo l’uscita dei primi modelli da viaggio ai successivi che si insediarono nei comodi panciotti degli uomini più benestanti, incominciò una vera corsa verso le innovazioni da applicare ad alcune parti meccaniche che sposano concetti ancora oggi validi per la loro usabilità.


   Vacheron Constantin Tour de l'Ile - uno dei più costosi orologi a carica manuale

Queste scoperte sono in realtà la vera linea che divide gli orologi antichi da quelli chiamiamoli contemporanei, proprio perché se pur uniti da un concetto similare di movimento meccanico, si differenziano per la filosofia e l’usabilità. Il primo grande ausilio per l’orologio meccanico fu la corona di ricarica continuamente inserita nel movimento che permise di fare a meno delle scomode chiavette. Questa innovazione insieme alla miniaturizzazione dei componenti può essere considerata il passo decisivo dell’industria orologiera che ci ha portato poi velocemente a mettere l’orologio al polso dell’uomo.

Oggi tutti gli orologi meccanici hanno una corona di carica che serve anche da “pannello di controllo” per molte delle varie funzioni che sono in grado di fare. E’ interessante notare come in un segnatempo al di la delle forme e delle complicazioni, questa soluzione sia un po’ come il volante per un automobile: non se ne può – per ora – quasi fare a meno. I puristi e i collezionisti apprezzano particolarmente i movimenti con carica manuale perché è proprio in questi che alcuni tra i più grandi orologiai hanno dedicato le loro più grandi attenzioni per cercare a tutti i costi l’isocronismo perfetto regolando al massimo la distribuzione dell’energia al movimento.



François-Paul Journe ci racconta: Un orologiaio svizzero del XV secolo, Jobst Bürgi, ebbe l’idea di aggiungere all’ingranaggio tradizionale un sistema indipendente, caricato a brevi intervalli dalla molla principale. Ora lo scappamento era in grado di fornire un flusso più costante di energia e conferiva all’orologio un’autonomia di diversi mesi. Nacque così il primo remontoir d’égalité.

                                          F.P. Journe tourbillon 1982 con remointor d’ègalitè

Il remontoir d’ègalitè, concetto nel XXI secolo non inseguito da tanti, è una finezza che ci dimostra come un orologio meccanico a carica manuale, apparentemente semplice e dalle prestazioni minimali, possa invece essere solitamente il centro delle più alte applicazioni di Alta Orologeria.


Orologi automatici

La funzione automatica di ricarica in un orologio, oltre ad essere stata la vera rivoluzione che ne ha permesso la sua immensa diffusione e usabilità, è una complicazione che ha in qualche modo anche parzialmente salvato il movimento meccanico da un ingiusta obsolescenza, almeno da parte del mercato di consumo insidiato dai lineari dispositivi elettronici.


Abraham-Louis Perrelet - il primo orologio automatico

L’inventore dell’orologio automatico ha un nome: Abraham-Louis Perrelet di Le Locle. Egli ebbe la geniale idea di costruire un orologio da tasca che si ricaricava da solo e per un autonomia di ben 8 giorni. Inventò una lunetta o massa oscillante imperniata al centro del movimento e libera di ruotare sul suo asse a seconda dell’attività di chi portava l’orologio. Una serie di ruote collegate trasmetteva contemporaneamente tali movimenti alla molla contenuta dal bariletto, bloccando tutto il sistema a carica ultimata. Successivamente all’idea di Perrelet, perfezionata in seguito da Breguet che migliorò l’invenzione del primo adottando un sistema migliorato per acquisire energia, nei primi del XX secolo l’orologio automatico arriva al polso. Si fanno avanti i nomi di Leroy, Harwood e Rolex che con diverse soluzioni tecniche lanciano definitivamente questa complicazione che a sua volta implementa di molto la comodità di portare con se un orologio assicurato al più pratico e più visibile polso. Rispetto ad un normale movimento manuale quello automatico è più spesso e ha diversi e numerosi componenti. Il sistema contempla ancor oggi la massa oscillante o rotore che trasmette i movimenti di chi indossa l’orologio. Il rotore può compiere un giro intero o una parte in entrambi i sensi di marcia. Tra la massa oscillante e il rocchetto del bariletto vi sono alcuni altri ingranaggi per attenuare ed ottenere il giusto movimento per la carica.


Negli orologi automatici, la molla non è fissata nella sua parte prossimale all’interno del bariletto, ma grazie ad un componente chiamato brida essa scivola quando la molla è completamente carica per impedire che si danneggi o che conseguentemente si rompa. Alcuni movimenti sono progettati con la massa oscillante decentrata e di ridotte dimensioni. Questo permette di assolvere ugualmente alla sua funzione, andando ad occupare però spazi molto minori che consentono di ottenere ingombri in spessore molto più sottili.



                                                                                
La praticità di un orologio automatico è ancora oggi molto acclamata dall’utenza e quindi anche per motivi commerciali quasi tutte le case adottano questa soluzione in parecchi loro modelli.

Orologi cronografi

Oggi la funzione di cronografo è forse la complicazione più presente su un orologio da polso, non perché sia scontata, ma perché la moda, l’estetica e in alcuni casi la riduzione dei costi, hanno contribuito in maniera rilevante alla sua diffusione.

                                                Cronografo donna Patek Philippe 7071r

Il cronografo è nato dall’esigenza di misurare la durata di un evento relativamente breve. Il suo utilizzo si è reso necessario negli ambienti sportivi, nella pratica medica per rilevare il numero di battiti cardiaci, per fini bellici e ovunque fosse necessario rilevare un dato. Il movimento meccanico di un cronografo consta generalmente di un modulo separato, previsto nel progetto iniziale o applicato. Normalmente dispongono di due pulsanti dedicati: il primo serve per far partire il tempo ed arrestarlo, il secondo a far ritornare la lancetta alla posizione di partenza. Un cronografo sofisticato è rappresentato dalla funzione rattrappante o sdoppiante: dotato di due lancette dei secondi, è in grado di misurare due eventi che iniziano allo stesso momento ma che terminano in tempi diversi. Per questa funzionalità è di solito dotato di un terzo pulsante sito sulla cassa o all’interno della corona di carica. Altra finezza associabile ad un cronografo è la funzione flyback o retour en vol. Permette di far ripartire istantaneamente la misurazione di un nuovo evento senza dover prima fermare, resettare e far ripartire la lancetta dei secondi.


                                               1915 Breitling cronografo monopulsante

Breitling è uno dei marchi che ha meglio interpretato questa complicazione: nel 1915 fu la prima a brevettare un pulsante separato per comandare l’avvio e nel 1923 una pressione sulla corona di carica faceva ritornare la lancetta dei secondi in posizione di partenza a ore 12. Il modello Navitimer uscito sul mercato nel lontano 1952 – più che un orologio – si trattava di un vero calcolatore: il cronografo misurava in ore, minuti e secondi e le diverse scale numeriche permettevano ad un pilota di aereo di usarlo come un regolo e calcolare diversi dati come il carburante ancora disponibile in ogni momento di un tragitto programmato o la velocità da impostare per la durata del volo.


Un cronografo icona degli ultimi 40 anni è Omega Speedmaster Professional che equipaggiato dal movimento manuale Calibro 321 atterrò sulla luna il 20 Luglio 1969. La leggenda racconta che la NASA acquistò dieci cronografi di marche diverse sottoponendoli a vari test estremi. Quattro furono subito scartati, gli altri sei furono immersi in un liquido a 93° C e poi improvvisamente portati a -18° C. Dopo altre prove incredibili, Speedmaster era l’unico a funzionare con uno scarto di 5 secondi al giorno.





Altro orologio cronografo da ricordare è Zenith El Primero che con le sue 36.000 A/h fu il primo movimento cronografico automatico ad alta frequenza. Fu montato anche sul Rolex Daytona costruito dal 1988 al 2000, ma “ridotto” a 28.800 A/h.





Il cronografo ha perso negli anni la sua natura esclusivamente professionale, diventando per l’uomo ed in molti casi anche per la donna un oggetto di status, il suo stile va oggi dalle linee classiche e vintage ai modelli estremi costruiti in materiali speciali come ceramica e acciaio trattato PVD.

Orologio da appoggio tipo rivoluzione industriale

Orologio tipo rivoluzione industriale a forma di macchina a vapore. Il corpo centrale della caldaia è sormontato da un cilindro che, attraverso il sistema di biella e manovella, mette in movimento la ruota del volano, a sua volta collegata ad un regolatore di watt. Sul lato frontale sono disposti, da sinistra, il quadrante dell'orologio, il termometro, e il barometro. All'interno della caldaia sono alloggiati il motore della macchina a vapore, a molla con carica a chiavetta, e il movimento dell'orologio. L'orologio è dotato di quadrante in ottone con il cerchio delle ore argentato, con cifre romane, lancette a lancia. Movimento solo tempo, a platina circolare con colonnini cilindrici. Scappamento a cilindro, regolazione del tempo a racchetta con rimando nella parte alta del quadrante, carica otto giorni, a chiavetta dal quadrante.




Ambito culturale: manifattura francese;
Datazione: post 1850 - ante 1899;
Materia e tecnica: ottone, ferro, vetro;
Categoria: misura del tempo;
Misure: 28 cm x 14 cm x 29 cm;
Peso: 10 kg.

Abraham-Louis Breguet

Abraham-Louis Breguet  (nato il 1747 in Svizzera a Neuchâtel e morto a Parigi nel 1823) è un orologiaio di genio il cui approccio creativo determinerà un punto di svolta nella storia dell’orologeria. Con lui si chiude un’epoca e si aprono le porte alla modernità. La rigorosissima ricerca tecnologica, con innumerevoli e fruttuose innovazioni da lui messe a punto, si coniuga nelle sue creazioni con un’ardita e originale ricerca estetica, e questo connubio determinerà un nuovo modo di concepire l’orologio.





Breguet 1188 tourbillon

Tra le sue innovazioni tecniche vanno ricordati il regolatore di marcia tourbillon, (brevettato nel 1801), l’adozione sistematica dei rubini per la riduzione dell’attrito dei meccanismi (impiegata inizialmente dagli inglesi), l’introduzione della ricarica automatica, il perfezionamento del calendario perpetuo. Tra le innovazioni estetiche di più ampia eco ricordiamo le raffinate soluzioni dei quadranti guillochés, l’adozione delle caratteristiche lancette à pomme, il bordo delle casse caratterizzate da decorazioni à cannelures. La genialità dei suoi congegni meccanici e la raffinatezza artistica con cui erano realizzate le sue creazioni, opere di elevatissima oreficeria, lo resero famoso e ne decretarono il successo in tutta l’alta società europea. La sua casa di produzione, che già allora contava oltre un centinaio di abilissimi artigiani e specialisti, porta tuttora il suo nome ed è punto di riferimento ineludibile nel settore dell’orogeria di qualità.

Orologi subacquei

       Omega Marine 1932


Quasi non ci facciamo più neanche caso e oggi diamo per scontato che un orologio da polso possa resistere alle infiltrazioni dell’acqua, ma alle spalle di questa conquista vi sono anni e anni di ricerca che come risultato hanno restituito vere e proprie “corazze” così resistenti da far invidia persino ai mezzi blindati militari più avanzati. Tra i primi orologi impermeabili mai costruiti si ricordano gli Omega Marine e il Cartier Tank “Étanche” in grado di opporre resistenza alle infiltrazioni dell’acqua nonostante le loro casse fossero di forma rettangolare. Ogni angolo è molto più vulnerabile alla pressione esercitata dall’acqua di quanto invece avvenga con una cassa a forma circolare. Ma la vera rivoluzione per l’impermeabilità arriva nel 1926 da Rolex con il brevetto della famosa cassa Oyster che presentava una forma tonda con corona e fondello avvitati.


                                                                                                                  Rolex DEAPSEA SPECIAL
Il record d’immersione assoluto per un orologio appartiene sempre alla Rolex ed è del gennaio 1960 ottenuto con il modello DEEPSEA SPECIAL che, legato alla chiglia del battiscafo Trieste guidato dall’ingegnere ed oceanografo svizzero Jaques Piccard e dal luogotenente della Marina statunitense Don Walsh, raggiunse nella Fossa delle Marianne la profondità di ben 10.916 metri. Si trattava però di un prototipo che per resistere a quelle pressioni presentava un cristallo curvo e sporgente talmente pesante da rendere impossibile la sua portabilità. Fu comunque un impresa memorabile, tra l’altro teoricamente impossibile da migliorare visto che in natura non si è a conoscenza di una zona più profonda in tutto il nostro pianeta.



Omega Seamaster Plan Ocea
Fu un esercizio che servì più che altro ad accumulare esperienza: è noto che normalmente un orologio subacqueo viene utilizzato da un sommozzatore a profondità che non arrivano ai 50 metri nonostante già le norme ISO 6425 siano in grado di assicurare un impermeabilità minima di 100 metri. Ai nostri giorni le prestazioni d’ impermeabilità base superano di molto l’ effettiva necessità di un utenza, anche professionale: Il  Rolex Submarine è certificato per resistere a 300 metri e Omega Seamaster Planet Ocean raddoppia arrivando a 600 metri. I numeri crescono rapidamente: I giapponesi, storicamente bravissimi nel realizzare modelli impermeabili, propongono a prezzi più che abbordabili, un grandissimo numero di orologi in grado di garantire una tenuta stagna anche di 1.000/1.200 metri. A profondità di 2.000 IWC si impone con Aquatimer 2.000; scendendo ancora di 1.000 metri, a 3.000 troviamo il Breitling Avenger Seawolf. Di certo esistono anche i casi estremi dove si mette in evidenza la capacità dell'uomo.  A questa categoria di subacquei estremi appartengono il Bell& Ross Hydromax certificato per 11.000 metri e il Sinn UX (EZM 2B),  collaudato per 39.000 piedi, che corrispondono a ben 12.000 metri di profondità
           






                                            IWC Aquatimer
                                                                                                                         

Articolo di giornale: "Quell'orologio sopra il polsino"


Approfondimento sulla storia dei singoli marchi

http://www.dellaroccagioielli.it/storia-orologi.php

Innovazione, uso della sospensione cardanica


 I tecnici sono (quasi) d’accordo: la posizione ideale in cui far lavorare un orologio è quella orizzontale. Il quasi si riferisce al fatto che, esposta una tesi, è sicuro che detta tesi sarà considerata carta straccia da un altro tecnico orologiaio. In posizione orizzontale il bilanciere lavora nelle migliori condizioni e gli errori indotti dalla forza di gravità vengono semplicemente eliminati, non corretti. Corretti come viene fatto nel tourbillon, dispositivo inventato per annullare, per sommatoria, gli errori dovuti alla forza di gravità quando il bilanciere lavora in posizione verticale, come negli orologi da tasca. In quelli da polso la cosa si complica: il tourbillon corregge solo una parte degli errori ma nelle altre posizioni non c’è nulla da fare. O meglio. Si saprebbe bene cosa fare: montare un orologio su una sospensione cardanica, in modo che rimanga sempre in posizione orizzontale. Se questa scelta funziona bene nei cronometri da marina, bisogna ammettere che si rivela un po’ scomoda per un orologio da polso: basta un po’ di immaginazione per mettersi a ridere a crepapelle. Alla Zenith hanno avuto un’altra idea ancora: visto che la cosa importante è che sia in posizione orizzontale il bilanciere, perché non montare su sospensione cardanica solo lui?
Superato un primo moto di ilarità si sono messi al lavoro. E il bello è che ce l’hanno fatta: il Cristoforo Colombo è il primo orologio che funziona sempre in posizione orizzontale, anche quando lo si porta al polso, perché il bilanciere è montato su una particolare sospensione cardanica miniaturizzata. Sostenere che questa soluzione possa davvero finire in normali orologi da polso è azzardato ma è bello che qualcuno abbia affrontato il problema e l’abbia risolto: l’orologeria è anche l’arte di prendere sul serio un sogno e metterlo in pratica, anche se farlo costa 154.000 euro. Grazie, Zenith.




SFERA La vista laterale dello Zenith Cristoforo Colombo mostra in evidenza la «sfera» che sembra attraversare la cassa. Al suo interno è contenuta la sospensione cardanica su cui è montato il bilanciere. Vale la pena di notare che soltanto realizzare un vetro zaffiro di questa foggia è un’impresa ai limiti del possibile. Il Cristoforo Colombo è stato prodotto in una serie di 25 esemplari soltanto.







Augusto Veroni
23 novembre 2010
SOSPENSIONI La sospensione cardanica su cui è montato il bilanciere del Cristoforo Colombo è composta da 166 componenti, che comprendono 10 ingranaggi conici, dei quali 6 sono in realtà ruotismi sferici. Un capolavoro di miniaturizzazione che ha richiesto anni di studio prima della realizzazione di un prototipo e poi altri anni per superare i problemi di funzionamento. Il diametro dell’orologio è di 45 millimetri.

Il libro della conoscenza dei meccanismi ingegnosi


Ultima pubblicazione
 Nel mondo della cultura araba nel 1206 viene redatto dallo scienziato    
al-Jazari un trattato di orologeria e meccanica (" il libro della conoscienza dei meccanismi ingegnosi "). Il libro è suddiviso in 50 capitoli, raggruppati in sei parti: orologio ad acqua e a candela, serbatoi, bacini per feblotomia e per bagni rituali, fonatane e fonatane sonore, macchine per sollevamento l'acqua,e una miscellanea in cui si può ammirare una porta bronzea, una serratura a combinazione e un piccolo orologio ad acqua. La pompa a stantuffi sollevati da cremagliere mosse da settori dentati e il monumentale orologio idraulico sono i dispositivi più spettacolari.

Oggi questo libro è considerato il culmine della meccanica araba erede di quella greca. Di quel manoscritto restano alcuni disegni di meccanismi che fanno immaginare il grado di raffinatezza cui era giunta questa cultura degli automi. Dagli automi arabi di al-Jazari si desume anche l'esistenza di un continuo dialogo tra Oriente e Occidente. Il testo racconta la genesi di quel
manoscritto, indaga i presupposti storici e culturali che favorirono lo splendore della scienza e della meccanica araba e spiega perché l'armonia
fra scienza e arte della meraviglia sia anche una pietra di paragone per l'attuale
società tecnologica.

L'ora zero? Nacque nel 1884

Centoventicinque anni fa il mondo si mette d'accordo e sceglie un villaggio di pescatori come riferimento per cominciare a contare i meridiani: Greenwich

LE TAPPE in pillole

1880                                       1871                                 1884                                 2010

Fino alla seconda metà            Le maggiori nazioni             Si tiene a Washington        Oggi esistono sistemi
del XIX secolo                        decidono che è                  la quarta Conferenza          di misurazione  
il mappamondo                       necessario mettersi             internazionale dei                del tempo più
terrestre ha una                       d'accordo per                    Meridiani che fissa              sofisticat ie
molteplicità di                         stabilire da dove                 come meridiani                   precisi e c'è un
meridiani primi                        iniziare a contare                di riferimento quello            sito a cui collegarsi
o di riferimento                       i meridiani e indicono          che passa per                     per seguire in diretta
e questo crea                         4 conferenze per                 Greenwich                          lo scorrere del tempo
molta confusione                    risolvere la disputa         

Italy Time: CENTRAL EUROPEAN TIME (CET)                       

Patent

Lever ecapement for a timepiece- Co-Axial

Inventori :Thierry Conus (CH); Andrés Cabezas Jurin(CH).

Gli inventori dello scappamento Co-Axial sono le due persone citate ma il gran contributo per lo sviluppo di tale apparecchio gli si deve a George Daniels.


Brevetto numero : 7661874
Data di deposito : 30 Maggio 2008
Data di emissione : Feb 16, 2010

Lo scappamento è uno dei componenti essenziali dell’orologio meccanico, poiché mantiene in moto il bilanciere, organo regolatore, e ne conta le oscillazioni. Lo scappamento Co-Axial limita notevolmente l’attrito che si manifesta tra le parti che lo compongono, richiedendo una minore necessità di manutenzione e, soprattutto, garantendo una maggiore stabilità di precisione dell’orologio nel lungo periodo.

                                  principio di funzionamento dello scappamento Co-Axial

CONVERSAZIONE CON IL LEGGENDARIO MAESTRO OROLOGIAIO George Daniels.

mercoledì 8 giugno 2011

L'orologio: le fabbriche del tempo

Pochi oggetti, come l'orologio, hanno accompagnato il cammino dell'umanità
nel suo bisogno di "afferrare" il tempo: non bastando più il riferimento agli eventi naturali ciclici, ecco mettersi in moto il genio e apparire i primi meccanismi.




Dall'inizio del XIX sec. le caratteristiche del lavoro in fabbrica in Svizzera furono identiche a quelle presenti nei principali Paesi industrializzati: concentrazione (raggruppamento di tutte le operazioni di produzione in alcuni locali) e Meccanizzazione degli strumenti di produzione, al fine di aumentare la produttività del lavoro e la standardizzazione dei prodotti. La manodopera era generalmente poco qualificata, disposta ad assolvere incarichi ripetitivi e spesso mal retribuiti. Solo la dimensione delle Fabbriche era nettamente inferiore rispetto a quella delle industrie straniere. Grazie a questa importante ristrutturazione delle pratiche lavorative, il plusvalore ricavato, essenzialmente a scapito del lavoro delle donne e dei ragazzi di età inferiore ai 18 anni, divenne presto una fonte di arricchimento per i proprietari di fabbriche.

Citazione nei libri

La divina commedia

 Di Dante Alighieri



Apocalypse. L'orologio dell'apocalisse

 Di Stefania Sperandio





Giovanni Verga citazioni in Tigre reale
citazioni in diverse sue opere


lunedì 6 giugno 2011

L'orologio da un dollaro

Nel 1875 Jason R. Hopkins tentò di produrre un orologio che costasse non più di 50 centesimi di dollaro, presentò anche un piano che fù brevettato (Patent n°161513), ma non riuscì nel suo intento.

Orologio di Jason R. Hopkins

La partecipazione nella società di Hopkins di un certo Fowle consentì di realizzare un movimento, prodotto dalla Auburndale Watch Co. nel 1877 e battezzato Auburndale Rotary Watch. Costava 10 dollari aveva due gioielli nella versione di 20 size e nessuno in quello di 18 size, ma, stranamente, era dotato di uno scappamento a detent (usato sino ad allora nei cronometri da marina) e l'intero movimento ruotava nella cassa. Ne furono costruiti mille. Nel Dicembre del 1878 D. A. Buck mise in vendita a $ 3,5 un orologio con un quadrante di carta ad anello, che lasciava vedere il movimento (skeleton), protetto da celluloide, senza gioielli e con una particolare versione dello scappamento duplex.3 L'orologio era composto da 58 parti tutte intercambiabili, aveva una lunghissima molla di carica (circa 3 metri) che richiedeva oltre 140 giri del pulsante di carica, tanto da far dire che l'orologio era completamente carico quando si era stanchi di girare il pulsante.


L'orologio Waterbury

L'azienda che lo produsse era Benedict & Burnham Manufacturing Co. che nel 1880 prenderà il nome di Waterbury Watch Co. Questa industria arrivò a produrre, all'apice della sua attività, ventimila orologi al giorno ed oltre 6 milioni all'anno. Nel 1892 R. H. Ingersoll ordinò alla Waterbury 1000 orologi pagandoli 85 centesimi ognuno. Li mise in vendita, attraverso un catalogo spedito per posta, al prezzo di 1dollaro pubblicizzandolo come "l'orologio che ha reso famoso il dollaro". Se si considera che a quell'epoca il salario medio era di 8 centesimi all'ora, occorrevano, quindi, circa 13 ore lavorative per acquistare un "Dollar Watch", più o meno equivalente al tempo lavoro necessario, nel 1986, all'acquisto di uno"Swatch". L'orologio era spesso, robusto, rumoroso e si caricava posteriormente con una chiave fissa (come una sveglia).
Propaganda degli orologi Ingersoll

Successivamente la Ingersoll produsse orologi a basso costo "personalizzandoli" per avvenimenti (fiere, anniversari,etc), per tipologie di utenti (esploratori, ciechi, etc.), con i personaggi dei "comics" (Mikey Mouse, Donald Duck, Flash Gordon,etc.), patriottici (Zio Sam, Liberty USA, American Pride, etc.).
La Ingersoll nel 1898 vendette 1 milione di orologi e si stima che fino a quando, nel 1922, fu comprata dalla Waterbury, ne abbia venduto oltre 50 milioni. Sull'onda di questo successo nacquero altre aziende come la Welch che si chiamerà successivamente Western Clock e poi Westclox, e la Ingraham che dal 1912 a circa
50 anni dopo venderà oltre 80 milioni di orologi. Basti pensare che nei primi del XX° secolo il 70% degli orologi venduti in America erano "Dollar Watch" (nome rimasto anche quando il costo d'acquisto divenne superiore). Questi orologi erano caratterizzati da un quadrante di carta, un movimento ad ancora molto semplificato e senza rubini, celluloide a protezione del quadrante, cassa in metallo poco costoso. Non era conveniente ripararli e quindi, in caso di guasto, si sostituivano. Sono ricercati dai collezionisti, sopratutto americani, e, se in buone condizioni, hanno una discreta valutazione (anche 500 dollari per alcuni modelli) sopratutto se rapportata alla povertà del pezzo ed ad un aspetto decisamente brutto.

Dollar Watch (orologio con quadrante di carta)
La riscossa dell' industria orologiaia svizzera inizia tra la fine dell'800 ed i primi del '900 e si basa sull'attento studio del fenomeno americano. L'uso delle macchine, un sistema produttivo più flessibile, la realizzazione di orologi complicati (ripetizione di minuti, calendario perpetuo, cronografi, etc.), una promozione basata sulla qualità ed il buon gusto dell'estetica, furono le armi vincenti. Nello stesso tempo l'affermarsi dell'orologio da polso spiazza l'industria orologiaia americana in quanto non è capace di adattarsi rapidamente, come gli Svizzeri, a produrre movimenti piccoli e sottili. Inoltre errori di management in alcune società (Waltham), la trasformazione di altre per la produzione bellica, segnano il tracollo dell'orologio americano.