mercoledì 22 giugno 2011

Orologi automatici

La funzione automatica di ricarica in un orologio, oltre ad essere stata la vera rivoluzione che ne ha permesso la sua immensa diffusione e usabilità, è una complicazione che ha in qualche modo anche parzialmente salvato il movimento meccanico da un ingiusta obsolescenza, almeno da parte del mercato di consumo insidiato dai lineari dispositivi elettronici.


Abraham-Louis Perrelet - il primo orologio automatico

L’inventore dell’orologio automatico ha un nome: Abraham-Louis Perrelet di Le Locle. Egli ebbe la geniale idea di costruire un orologio da tasca che si ricaricava da solo e per un autonomia di ben 8 giorni. Inventò una lunetta o massa oscillante imperniata al centro del movimento e libera di ruotare sul suo asse a seconda dell’attività di chi portava l’orologio. Una serie di ruote collegate trasmetteva contemporaneamente tali movimenti alla molla contenuta dal bariletto, bloccando tutto il sistema a carica ultimata. Successivamente all’idea di Perrelet, perfezionata in seguito da Breguet che migliorò l’invenzione del primo adottando un sistema migliorato per acquisire energia, nei primi del XX secolo l’orologio automatico arriva al polso. Si fanno avanti i nomi di Leroy, Harwood e Rolex che con diverse soluzioni tecniche lanciano definitivamente questa complicazione che a sua volta implementa di molto la comodità di portare con se un orologio assicurato al più pratico e più visibile polso. Rispetto ad un normale movimento manuale quello automatico è più spesso e ha diversi e numerosi componenti. Il sistema contempla ancor oggi la massa oscillante o rotore che trasmette i movimenti di chi indossa l’orologio. Il rotore può compiere un giro intero o una parte in entrambi i sensi di marcia. Tra la massa oscillante e il rocchetto del bariletto vi sono alcuni altri ingranaggi per attenuare ed ottenere il giusto movimento per la carica.


Negli orologi automatici, la molla non è fissata nella sua parte prossimale all’interno del bariletto, ma grazie ad un componente chiamato brida essa scivola quando la molla è completamente carica per impedire che si danneggi o che conseguentemente si rompa. Alcuni movimenti sono progettati con la massa oscillante decentrata e di ridotte dimensioni. Questo permette di assolvere ugualmente alla sua funzione, andando ad occupare però spazi molto minori che consentono di ottenere ingombri in spessore molto più sottili.



                                                                                
La praticità di un orologio automatico è ancora oggi molto acclamata dall’utenza e quindi anche per motivi commerciali quasi tutte le case adottano questa soluzione in parecchi loro modelli.

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