Vacheron Constantin Tour de l'Ile - uno dei più costosi orologi a carica manuale
Oggi tutti gli orologi meccanici hanno una corona di carica che serve anche da “pannello di controllo” per molte delle varie funzioni che sono in grado di fare. E’ interessante notare come in un segnatempo al di la delle forme e delle complicazioni, questa soluzione sia un po’ come il volante per un automobile: non se ne può – per ora – quasi fare a meno. I puristi e i collezionisti apprezzano particolarmente i movimenti con carica manuale perché è proprio in questi che alcuni tra i più grandi orologiai hanno dedicato le loro più grandi attenzioni per cercare a tutti i costi l’isocronismo perfetto regolando al massimo la distribuzione dell’energia al movimento.
François-Paul Journe ci racconta: Un orologiaio svizzero del XV secolo, Jobst Bürgi, ebbe l’idea di aggiungere all’ingranaggio tradizionale un sistema indipendente, caricato a brevi intervalli dalla molla principale. Ora lo scappamento era in grado di fornire un flusso più costante di energia e conferiva all’orologio un’autonomia di diversi mesi. Nacque così il primo remontoir d’égalité.
F.P. Journe tourbillon 1982 con remointor d’ègalitè
Il remontoir d’ègalitè, concetto nel XXI secolo non inseguito da tanti, è una finezza che ci dimostra come un orologio meccanico a carica manuale, apparentemente semplice e dalle prestazioni minimali, possa invece essere solitamente il centro delle più alte applicazioni di Alta Orologeria.
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